Report: le milongas a Parigi
Se questo corrisponde a verita', chissa' come sono gli altri periodi allora!
Ogni giorno si ballava in almeno tre posti, il giovedì addirittura sette, il sabato cinque! I siti di riferimento con l’agenda di tutti gli eventi sono: www.letempsdutango.com, www.tango-argentin.net.
Gli ambienti sono abbastanza diversificati, potremmo sintetizzarli in 3 gruppi: le milongas all’aperto, le milongas nelle scuole e le milongas storiche.
Il posto più frequentato in estate è la milonga QUAIS DE SEINE (quai St. Bernard – Metro: Jussieu/Gare d’Austerlitz), cioè lungo
L’altro posto all’aperto, invece, è il BAL MILONGA DE
Purtroppo su quasi un mese che siamo stati a Parigi, 20 sono stati di pioggia, quindi non sappiamo dirvi se questa milonga sia generalmente più frequentata. Il musicalizador, comunque, era bravissimo.
Fra le milongas organizzate dalle scuole, siamo stati all’ESPRIT TANGO (3, rue de Vignoles –Metro: Avron/Nation) e al COLECTIVO (46, rue de Rigoles – Metro: Jourdain). Il primo posto non ci è piaciuto, molto piccolo, le fughe nel parquet sono larghe e pericolose. La musica si sente pochissimo, mentre si sentono i piedi rimbombare, strisciare, inciampare. Almeno tre volte il gestore della milonga ha interrotto il ballo per chiedere alle persone in pista di non parlare, perché le loro voci sovrastavano il volume della musica! Incredibile!
Non eravamo mai stati in un posto così. Non c’era nemmeno spazio per sedersi, se non nell’atrio della scuola. Il livello dei ballerini era basso, e ci sono sembrati pure snob.
È andata meglio al Colectivo, che è gestito da ragazzi in gamba e sinceramente appassionati. Già la seconda volta abbiamo conosciuto molte persone, che abbiamo poi rivisto in altri posti. Il luogo è ampio e luminoso, circondato da divanetti e tavolini. Il pavimento è in legno lucidato (perfetto secondo me) e si riesce a ballare bene. Abbiamo incontrato Alejandro Lucero, che ha fatto uno stage e un’esibizione proprio lì. La settimana prima era a Verona, e Claudia C. gli aveva detto che noi eravamo già a Parigi, così ci ha mandato un messaggio non appena è arrivato. E’ stato proprio bello rivedersi in un altro contesto e abbiamo passato la serata a scherzare insieme. Comunque, siamo pure presenti nell’album fotografico del loro sito.
C’erano almeno altre 4 milongas organizzate da scuole, e avremmo voluto vedere
E che dire dei 400 fra parchi e giardini? Delle 372 stazioni del metrò, alcune delle quali bellissime? O delle 1260 panetterie – boulangerie? Dei 500 tipi di formaggio? Dei
Ed eccoci alle milongas che riempiono ancora il nostro immaginario, e che sono probabilmente il motivo per il quale ci piacerebbe tornare a ballare a Parigi.
LE LATINA (20, rue de Temple – Metro: Hotel de Ville) è forse una delle milongas storiche della città. C’ero già stata nel 2003, quando ero stata a Parigi per una fiera. Il posto è piccolo, nel quartiere latino, sopra un cinema. L’atmosfera è molto bella, il livello dei ballerini è alto, ci sono tanti argentini che ci vengono anche solo per mangiare o bere qualcosa con gli amici. Anche la musica non è male, prezzi altini.
Infine, siamo stati a LE CHANTIER (51, rue Edouard Vaillant – Metro: Croix de Chevaux), che è un po’ fuori Parigi, praticamente al confine della zona 2. Da Montmartre, ci impiegavamo circa un’ora per raggiungerlo. È un posto particolarissimo, sembra ricavato in quello che poteva essere un teatrino di quartiere. Si accede passando attraverso la stanza buia di una casa privata, dietro una tenda si apre un’altra stanza, con un angolo bar/cucina dove una donna che sembra venuta dalla casa dello zio Tom sul Mississippi si affaccenda a riempire brocche d’acqua (gratis), ciotole di noccioline, e cibi di vario genere. È circondata da elettrodomestici vecchissimi, sistemati senza alcun criterio assieme a oggetti dal sapore della madelaine, cioè ricordi di famiglia, souvenir, giochi di bimbi, bomboniere… in mezzo alla stanza, c’è un enorme tavolo in legno massiccio, antico, con due candelabri in argento nel mezzo. Altri tavolini e sedie gli fanno da cornice, e in fondo a questa stanza si apre la sala da ballo, ampia, pavimentata in legno, il soffitto con travi a vista e lampadine a penzoloni. È questo il posto dove generalmente si danno appuntamento ballerini come Chico Frumboli, Sebastian Arce e Federico R. Moreno. Lo stesso Federico ci ha detto come questo posto sia bello perché è più che altro un luogo di ritrovo, dove fra le tante cose (compreso il ping pong), si può anche ballare… e si balla dalle 22 fino alle 6 del mattino. Fino a mezzanotte circa ci sono i ballerini che usano lo spazio quasi come una pratica, provando passi, parlando, fermandosi durante il ballo… Dopo, arrivano i “mostri”.
Personalmente, non avevo mai visto così tanti ballerini bravi tutti insieme. Spesso preferivo stare seduta per ammirarli, per guardare l’incredibile varietà di passi che eseguivano, giocando, sperimentando, divertendosi tantissimo. Grandissima creatività nel loro tango nuevo. Solo qualche donna si atteggiava in modo snob, ma nel complesso erano tutti disponibili e aperti, anche nei nostri confronti. Alle 6 del mattino, mentre i ballerini superstiti si massaggiavano i piedi (aspettando la riapertura della metro), o giocavano a ping pong in giardino, tentavo di scattare qualche foto, e Massimiliano parlava con Nigel, un canadese bravissimo, l’organizzatrice della milonga ha voluto offrirci un calice di champagne…
Santé! A la prochaine fois!
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